Scuola

Aumento stipendio docenti 2022: stanziati 60 milioni, di quanto aumenteranno?

Nessuna bella sorpresa sotto l’albero per i docenti che beneficeranno di un aumento dello stipendio per il 2022 che non si discosta dal minimo previsto. Le novità introdotte dalla Legge di Bilancio confermano che il fondo per la valorizzazione professionale dei docenti sarà inferiore al previsto (già insufficiente). L’aumento non va oltre i 60 milioni. La novità è che il Governo cancella la decisione di destinarlo anche a chi si è distinto per la dedizione. E così la ripartizione per i beneficiari sarà superiore, ma non di molto.

Addio alla valorizzazione delle “dedizione”

Il maxiemendamento che il Governo ha presentato in Commissione Bilancio assegna altri 60 milioni per la valorizzazione del personale docente. Meno del previsto, poco più della metà rispetto a quanto auspicato (100 milioni per gli stipendi).

Come detto la vera novità rispetto alle volontà manifestate in un primo momento dal Governo riguarda l’abolizione della destinazione d’uso finalizzata a valorizzare “la dedizione” degli insegnanti, l’impegno nella promozione della comunità scolastica. Un punto che non era piaciuto a sindacati e diretti interessati, sia per l’importo esiguo sia per la difficile verifica della presunta “dedizione”.

In virtù di questo stanziamento di 60 milioni di euro sarà possibile destinare l’aumento utile alla valorizzazione professionale a un numero maggiore di docenti.

Aumenti irrisori

Questi 60 milioni si sommano al precedente stanziamento di 240 milioni previsto dal disegno di legge presentato dal governo. Parliamo di un aumento di 12 euro a lavoratore che si vanno a sommare agli 87-90 euro lordi già stanziati per il rinnovo contrattuale. Si raggiungono così, a fatica e in maniera risicata, gli aumenti a tre cifre, base minima richiesta dai sindacati per intavolare la discussione. Ma che di certo non basteranno a placare le polemiche sull’ennesima delusione che devono incassare i docenti.

Polemiche che si sommeranno a quelle del personale Ata, che incassa uno stanziamento per la proroga dei contratti Covid inferiore della metà rispetto al previsto (100 milioni) e che comporterà la necessità di licenziamenti in massa da gennaio per oltre la metà dei dipendenti.