Scuola

Abolizione vaccino obbligatorio scuola: presentato il ricorso al Tar

L‘obbligo vaccinale è in vigore ma la battaglia dei sindacati per l’abolizione di una norma che viene ritenuta discriminatoria non si arresta. In particolare è Anief a essere in prima linea per far abolire prima possibile la noema: “Il ricorso contro l’obbligo vaccinale per il personale della scuola l’abbiamo presentato al Tar questa notte e riguarda migliaia di insegnanti e Ata: ora aspettiamo una prima risposta alle esigenze d’urgenza, attraverso un atto monocratico, prima della prima Camera di Consiglio utile”.

Aule non a norma

Sono le parole di Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. “La verità – ha detto – è che la metà delle nostre aule non ha gli spazi giusti: dovremmo avere classi con 15 alunni per 30 metri quadri, invece abbiamo classi con 30 metri quadri con 25 alunni. Il problema principale è quello del distanziamento e non l’obbligo vaccinale, che tra l’altro va a inserirsi in un contesto in cui soltanto il 2-3% del personale non è vaccinato, quindi stiamo parlando di sei milioni di studenti non vaccinati a fronte di appena 40-50mila insegnanti e amministrativi senza vaccino. È chiaro che non è l’influenza della loro vaccinazione che va a contenere il virus nelle nostre scuole, ma serve altro: basterebbe rispettare i principi di proporzionalità e di adeguatezza delle norme”.

Obbligo contro la Costituzione

In merito al vaccino obbligatorio, il leader di Anief spiega che è “contrario al provvedimento dell’obbligo vaccinale perché va contro la Costituzione, tre regolamenti e una direttiva comunitaria di funzionamento dell’Unione Europea. Ma, oltre alla violazione dei termini di legge e di altre direttive italiane ed europee, soprattutto è un obbligo inutile perché negli ultimi quattro mesi con il Green Pass obbligatorio non è che è cambiato niente rispetto ai contagi: la situazione purtroppo nelle nostre scuole è legata al fatto che non ci sono le condizioni per mantenere il distanziamento, perché le classi sono affollate e non rispettano i criteri sulla sicurezza. Un fatto che nel tempo del Covid è grave, ma già prima avremmo dovuto avere quasi due metri quadrati per studente nelle nostre aule e invece non era così”.

Green Pass inutile

“Quindi – ha aggiunto Pacifico – non è ininfluente che nel 95% dei casi il personale ha già provveduto alla vaccinazione e che ora questa è consigliata anche tra i 5 e gli 11 anni”. Pacifico sottolinea anche che: “a settembre su otto milioni di studenti soltanto due milioni era vaccinato, a fronte invece di più di un milione di amministrativi e docenti. Ora, se è vero come è vero che tutti vogliono fare lezioni in sicurezza, la domanda è: si può però centrare l’obiettivo con l’obbligo del Green pass, oggi diventato Super Green Pass? La risposta è ‘no’. E intanto si sta discriminando chi per convinzione personale, addirittura in alcuni casi religiosa, si rifiuta di sottoporsi al vaccino. Inoltre, si impone qualcosa che nemmeno è risolutivo, perché se l’obbligo vaccinale risolvesse il problema della pandemia per tutta la popolazione italiana, allora non ci sarebbe più da discutere. Ma siccome le cose non stanno così non ci stiamo”.

Procedura di autorizzazione vaccino accelerata

Un altro tema importante riguarda il fatto che quella contro il Covid19 è “una vaccinazione che è stata autorizzata ma rispetto alle altre vaccinazioni con procedura accelerata, poiché le altre prevedono molto più tempo. E ci sono due regolamenti comunitari, il numero 507 del 2006 e il 726 del 2004, che vanno a fare proprio il discrimine tra le vaccinazioni come il vaiolo e quelle diverse”. Il risultato di questa differenza “lo si vede ma dalle risposte che si danno, ad esempio, sull’efficacia del vaccino: prima valeva 12 mesi, poi 9 mesi, adesso è sceso a 6 mesi; prima la copertura era del 90% e anche questa è scesa. Questo non vuol dire mettere in dubbio il lavoro scientifico che si sta facendo per dare una risposta, con grande dispendio di risorse ed intelligenze, al problema dei contagi che riguarda tutta l’umanità”.