Scuola

Sciopero scuola 16 dicembre 2021: la decisione definitiva

Rischia di cadere nel vuoto l’appello del Garante che ha bollato come illegittimo lo sciopero del 16 dicembre 2021. Ma la scuola non ci sarà. I sindacati tirano dritto per la loro strada e confermano lo stato di agitazione per giovedì, che seguirà di pochi giorni quello della scorsa settimana. Proprio l’eccessiva vicinanza tra i due scioperi aveva portato il Garante a chiedere il rinvio dello sciopero, in modo da rispettare l’intervallo minimo tra uno stop e l’altro, anche in virtù degli scioperi già programmati in singoli comparti e a livello territoriale.

Lo sciopero ci sarà, ma senza la scuola

Ma ormai è tutto organizzato e quindi lo sciopero del 16 dicembre contro la manovra 2022, che è poi uno sciopero generale, si farà comunque. “Il governo sul fisco ci ha detto che la partita è chiusa e la maggioranza non ha aperto una trattativa con le organizzazioni sindacali”, spiega Maurizio Landini, segretario della Cgil, che ha promosso la mobilitazione nazionale insieme alla Uil.

Al contrario della scuola, si fermeranno anche treni, autobus e metro a Milano, At Toscana e Tper Bologna, Ferrovie Puglia, Poste e polizia. E in piazza scendono anche i pensionati della Uilp.

Non parteciperanno allo sciopero sanità e scuola: il mondo dell’istruzione si è già fermato per lo sciopero precedentemente deciso dalle sigle di categoria Flc-Cgil e Uil Scuola insieme a Snals e Gilda senza la Cisl.

Cgil e Uil manifesteranno in Piazza del Popolo a Roma, con lo slogan “Insieme per la giustizia”. Presenti i segretari generali Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri. Ma manifestazioni ci saranno anche a Milano (per le Regioni del Nord), a Bari (per il Sud), Palermo e Cagliari (per le Isole).

La posizione di Anief

Sempre sul tema sciopero scuola, si è espressa Anief. Il segretario generale Cavallini ha esposto tutte le contraddizioni che hanno portato alla illogica esclusione delle Rsu dal protocollo di intesa sui criteri da adottare in ogni scuola, ma anche al divieto di proclamazione dello sciopero nei primi tre giorni dopo la pausa natalizia e quella pasquale, vista l’introduzione di analogo provvedimento anche per il periodo dal 1 al 5 settembre. Il segretario generale Anief ha avuto molto da ridire anche sull’obbligo introdotto all’interno di comunicare alle famiglie i dati sulla rappresentatività nazionale delle sigle proclamanti lo sciopero nonché le percentuali di adesione alle precedenti proteste: “Si tratta di elementi privi di rilevanza ai fini dell’adesione dei lavoratori allo sciopero”.

Il rappresentante Anief ha quindi ricordato che la Commissione di Garanzia, nei due anni di confronto con le organizzazioni sindacali, è partita dal concetto che “gli scioperi anche se hanno una adesione non massiccia procurano difficoltà alle scuole e alle famiglie”, e che quindi avrebbe voluto “ottenere una compressione del diritto allo sciopero indicando un tetto massimo annuale degli scioperi del personale docente (otto per anno scolastico) non riferito al singolo insegnante ma alla classe: in tal modo, superata la soglia, il divieto di sciopero si sarebbe esteso a tutti i docenti che prestavano servizio in quella classe stessa dove per otto giorni anche un solo insegnante aveva scioperato. Altra richiesta iniziale era che i docenti dovevano essere obbligati ad annunciare in anticipo la propria intenzione di scioperare con un sì o un no”.