Scuola

Il 10 dicembre la scuola si ferma: sciopero venerdì in tutta Italia

Venerdì 10 dicembre la scuola si ferma per protestare contro le insufficienti misure adottate dal Governo dal punto di vista economico e strutturale, soprattutto ai tempi del Covid. “Adesso basta, la scuola si ribella”. Con questo slogan, i sindacati Flc Cgil, Uil Scuola, Gilda e Snals annunciano le proteste che chiuderanno la settimana in tutta Italia. Prenderà parte all’iniziativa anche Anief, che ha però proclamato uno sciopero, sempre per il 10 dicembre, ma separatamente rispetto alle altre sigle sindacali.

Aspetto economico al primo posto

Uno dei motivi che hanno spinto i sindacati a proclamare questa giornata di protesta è sicuramente la poca attenzione prestata dal Governo, a livello economico, alla condizione dei docenti. Nella Manovra 2022 è stata stilata una Legge di Bilancio da 33 miliardi, di cui solo lo 0,6% destinato al fondo finalizzato alla valorizzazione della professionalità dei docenti. Secondo i sindacati, si tratta di una cifra “inadeguata” rispetto all’”effettiva necessità di rendere merito al lavoro della classe insegnante” attaccano.

Tema caldo anche quello del rinnovo contratto scuola, che dovrebbe portare al tanto atteso aumento a tre cifre dello stipendio degli insegnanti. Al momento siamo fermi a un aumento di soli 87 euro in più in busta paga, insufficienti secondo chi difende la categoria.

Pandemia nodo cruciale

Come detto c’è poi la questione legata alla pandemia, che ha messo in evidenza criticità storiche della scuola italiana come le classi pollaio, e che ha acuito interventi insufficienti o parziali da parte del Governo. Il caso più eclatante è certamente quello legato al mancato rinnovo dell’organico Covid Ata: il personale amministrativo e tecnico immesso in ruolo per la pandemia, al 30 dicembre vedrà scadere i propri contratti, non rinnovati. Al contrario di quanto accaduto per gli insegnanti, che invece potranno beneficiare di 300 milioni utili a proseguire la propria attività lavorativa fino a giugno 2022.

I sindacati spiegano che “serve dare stabilità al lavoro di migliaia di precari valorizzando di più il lavoro che si fa in classe. Aumento dei posti dei collaboratori scolastici, presidi sanitari e sistemi di sanificazione nelle scuole. E poi basta con le reggenze, un dirigente e un Dsga per ogni scuola”.

Le misure più urgentemente richieste

concorso Dsga Facenti Funzioni anche se privi del titolo di studio
riduzione del numero di alunni per classe
abolizione dei vincoli sui trasferimenti del personale
fine delle incursioni legislative in materia di contratto
snellimento delle procedure e meno burocrazia
rispetto degli impegni sottoscritti con le organizzazioni sindacali nel Patto per la Scuola
risorse per un aumento salariale a 3 cifre nel rinnovo del contratto
proroga dei contratti Covid anche per il personale ATA
risorse per la valorizzazione professionale e non per un premio alla “dedizione”
percorsi riservati per la stabilizzazione dei precari con 3 anni di servizio
sblocco della norma di legge del vincolo sulla mobilità per i neo immessi in ruolo dal 2020/21
intervento strutturale sulle classi numerose non a costo zero.

Come regolarsi per le lezioni

La sensazione è che lo sciopero di domani possa far registrare un’alta adesione da parte degli insegnanti e del personale ata, ma in ogni caso ogni scuola potrebbe rispondere in maniera diversa. Meglio dunque, da parte degli studenti, non dare per scontato che non ci saranno le lezioni, ma prepararsi dando per scontato che la giornata si svolgerà regolarmente.