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Proroga contratti covid Ata: tempo pieno impossibile da gennaio 2022, minaccia scuole chiuse

Non c’è ancora nessuna certezza che il Governo ratifichi la richiesta di proroga dei contratti Covid per il personale ATA fino a giugno 2022. Al momento i contratti hanno validità fino al 30 dicembre 2022, e al contrario di quanto deciso per il personale docente, non c’è alcuna volontà di proroga per gli Ata.

Licenziamento in arrivo per 30mila

Il mondo politico si sta impegnando in questo senso, con la presentazione di diversi emendamenti che spingano il Governo a concedere la proroga. Ma la situazione relativa alla disponibilità di fondi da destinare ai 30mila collaboratori scolastici che di fatto dal 1 gennaio verrebbero licenziati non è di facile risoluzione.

Basti pensare che sono addirittura già terminati i fondi per il contratto degli Ata fino al 30 dicembre, al punto che alcuni collaboratori scolastici resteranno già a casa per tutto il mese di dicembre, altri finiranno di lavorare prima di Natale invece che continuare fino a fine anno come previsto.

Personale non sacrificabile

La decisione di rinnovare i contratti Covid docenti e non quelli Ata evidenzia una visione del mondo della scuola da parte delle istituzioni che non corrisponde a quella reale, e che identifica il corpo docente come indispensabile per lo svolgimento delle lezioni (cosa assolutamente vera) ma non altrettanto fa per il personale Ata, ritenendolo in questo modo sacrificabile o meno importante. Cosa assolutamente lontana dalla realtà, come sa chiunque frequenti la quotidianità della scuola, a cominciare dai docenti stessi. E che sanno benissimo quale sia il ruolo fondamentale del personale ata per lo svolgimento delle attività quotidiane di alunni e docenti stessi.

Se come si teme, per mancanza di fondi il rinnovo non sarà accordato, saranno licenziati al 30 dicembre 2021 i collaboratori scolastici e assistenti amministrativi assunti in organico Covid. Resteranno in carica solo i docenti che hanno avuto riconosciuta la proroga.

Tempo pieno nella scuola dell’infanzia a rischio

Per molti dirigenti scolastici, diventerà impossibile far svolgere il tempo pieno nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria, in virtù del personale ata che verrà improvvisamente a mancare. Addirittura ci sono alcuni dirigenti scolastici che minacciano di non aprire la scuola. Soluzione estrema e non praticabile dal punto di vista legale, ma che spiega bene il clima di tensione e preoccupazione che non riguarda solo chi perderà il lavoro come i diretti interessati, ma tutto il mondo della scuola.

In un momento come questo in cui la pulizia e la sanificazione degli ambienti è ancora più importante rispetto al passato, considerare il personale scolastico come di serie B o comunque sacrificabile rispetto a quello docente, appare come una ricostruzione della quotidianità scolastica ben lontana dalla realtà.