Scuola

Green pass obbligatorio scuola: discriminazione rispetto ai sanitari fa scattare i ricorsi

Il Green Pass obbligatorio scuola, adesso ottenibile solo con vaccinazione o guarigione e non più tramite tampone, apre un nuovo fronte di proteste da parte dei docenti e del personale scolastico che rifiutano di immunizzarsi. Le conseguenze però sono pesanti. Niente licenziamento, ma in virtù dell’obbligo vaccinale, dal 15 dicembre al 31 gennaio esteso al personale scolastico e alle forze dell’ordine, ci sarà la sospensione dal posto di lavoro e il mancato conferimento dello stipendio.

Per il personale sanitario c’è l’alternativa

Ma c’è già chi ravvisa un”ingiustizia e una disparità di trattamento tra la categoria del personale scolastico e altre categorie soggette all’obbligo vaccinale. Anief infatti sottolinea come chi si rifiuta di sottoporsi al vaccino, appartenente al personale scolastico, sarà sospeso a differenza del personale sanitario che può essere adibito ad altro mansionario.

Anief ha già annunciato per questa disparità di trattamento di voler ricorrere in tribunale per la palese discriminazione e incostituzionalità della norma, se confermata. Per il presidente Anief, Marcello Pacifico, “è irragionevole e illegittimo il principio per il quale in assenza di un’estensione dell’obbligo a tutta la popolazione studentesca e all’intera cittadinanza si comprimono le libertà e i diritti di alcuni lavoratori peraltro appartenenti alle categorie che hanno risposto positivamente all’appello del Governo”.Green pass obbligatorio scuola: discriminazione rispetto ai sanitari fa scattare i ricorsi

Sospensione e niente stipendio per docenti e Ata

“L’atto di accertamento dell’inadempimento – si legge nella bozza di decreto – determina l’immediata la sospensione dal diritto di svolgere l’attività lavorativa, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per il periodo di sospensione, non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati. La sospensione è efficace fino alla comunicazione da parte dell’interessato al datore di lavoro dell’avvio e del successivo completamento del ciclo vaccinale primario o della somministrazione della dose di richiamo”.

Ecco alcuni commenti di insegnanti che ci sono giunti in redazione:

“Riprenderò ad insegnare quando finirà questa follia. Un pensiero a chi, per necessità, è costretto a subire questa imposizione”.

“Lo sconforto e tale che fatico a trovare le parole. Dovrò lasciare, mio malgrado, i miei alunni, sarà difficile, ma la realtà è buia. Tanta tristezza.

“È stato bello insegnare per 20 anni, spero di aver trasmesso l’amore per il sapere e l’imparare a ragionare. Questo rende liberi di scegliere ciò che è giusto per se stessi rispettando gli altri… Rimarrete nel mio cuore amati studenti, parte di un pezzo di storia che potrà essere cambiato solo con la vostra forza…”.