24 cfu insegnamento: come cambierà il requisito per i nuovi concorsi scuola
Che i 24 Cfu siano destinati a diventare un lontano ricordo all’interno del meccanismo di reclutamento insegnanti della scuola italiana sembra ormai un dato di fatto. Ma si tratta in ogni caso di una prospettiva più o meno lontana nel tempo, a seconda di quando si concretizzerà la riforma dell’insegnamento voluta dall’attuale Governo e in particolar modo dal ministro Banchi.
Restano un requisito fondamentale
Al momento, però, i 24 Cfu restano un requisito fondamentale per partecipare ai concorsi, e questo varrà anche per i nuovi concorsi, ordinari e straordinari, che il ministero ha promesso verranno attuati entro la fine di dicembre. Tutto il resto, dall’abolizione dei 24 Cfu alla necessità dei 60 Cfu per abilitarsi, rientra nel campo delle anticipazioni e delle ipotesi, più o meno concrete, di cui però per il momento non c’è certezza di attuazione.
Questo significa che ci vorrà partecipare ai nuovi concorsi a cattedra che saranno attuati annualmente dal Decreto Sostegni bis, dovrà possedere i 24 Cfu, come del resto richiesto a colori i quali si sono già iscritti ai concorsi messi a bando oltre un anno fa e che dovrebbero vedere la luce nel giro di un mese.
Non sono più un modello corretto
Per averne la certezza, si aspetta che il Ministero riesca a pubblicare in Gazzetta Ufficiale il decreto che li disciplina. A momento dunque i 24 CFU in discipline psicopedagogiche e metodologie didattiche sono ancora obbligatori.
Bianchi li ha bocciati: “Non sono più un modello corretto per diventare insegnante. Pensare ad un percorso abilitante già dall’Università” ma per il momento non può pensare che si possa prescindere da essi, perchè è stato già messo in piedi tutto un meccanismo per il quale moltissimi aspiranti docenti hanno già speso tempo e denaro per mettersi in regola.
Fase transitoria per i precari
La prospettiva poi è di dire addio ai 24 Cfu come requisito, per istituite concorsi annuali e crediti nelle materie pedagogiche all’Università. L’idea è di istituire un nuovo sistema di reclutamento basato sui 60 CFU per abilitarsi, di cui 24 di tirocinio. Il concorso sarà poi super semplificato con una prova scritta aa risposte chiuse. Sullo sfondo resta in piedi l’ipotesi di una fase transitoria per i precari.
Quando questo nuovo modello prenderà vita è difficile ipotizzarlo. L’unica certezza è che nelle bozze dei decreti per i nuovi concorsi presentate ai sindacati e già sottoposte al vaglio del CSPI i 24 CFU sono ancora al loro posto e costituiscono requisito di accesso.
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