Stabilizzazione precari scuola: concorso per titoli con 36 mesi di servizio
I sindacati, nonostante la vigilia di una serie di concorsi scuola attesi da oltre un anno che potrebbero finalmente sbloccare le immissioni in ruolo per il 2022 (sempre che si rispetti la scadenza di fine 2021), sono sempre più scettici nei confronti dell’efficacia di una formula che comporta attese troppo lunghe, burocrazie eccessiva e numero di insegnanti che ottengono una cattedra limitato rispetto alle reali esigenze della scola italiana.
I sindacati spingono per un tavolo di confronto
Per questo Uil scuola sollecita il Governo e in particolare il Ministero dell’Istruzione a intavolare un confronto per approfondire le criticità ormai strutturali della scuola italiana, in modo da formalizzare l’attivazione di un dialogo e di un tavolo sul reclutamento.
Tutti impegni già presi ma mai mantenuti, che possano portare all’attivazione di un patto per la scuola con il quale discutere delle proposte utili a risolvere il problema del precariato. I sindacati spingono per l’istituzione di un nuovo sistema di reclutamento che preveda la stabilizzazione, con concorsi per titoli e servizio, per tutti coloro che vantano un’esperienza lavorativa di almeno trentasei mesi. L’obiettivo è quello di arrivare ad assunzioni a tempo indeterminato e programmate sulla base di organici triennali e contratto a tempo determinato di analoga durata.
Continuità didattica e superamento dello squilibrio territoriale
Per i sindacati la priorità è assicurare alla scuola italiana continuità didattica e superamento dello squilibrio territoriale tra domanda ed offerta di lavoro. Il sistema di reclutamento così come è strutturato adesso è in netto contrasto, secondo Uil con le necessità della scuola italiana.
In questo senso c’è sempre più sfiducia nei confronti delle soluzioni offerte dai concorsi scuola. L’ultimo anno e mezzo in questo senso, anche per colpa della pandemia, fatto eccezionale non preventivabile, ha mostrato tutti i limiti e le fragilità del reclutamento docenti attraverso i concorsi. Iscrizioni chiuse e concorsi mai banditi, ancora in attesa di vedere la luce dopo un anno e mezzo e la promessa, del tutto incerta, di una cadenza poi annuale dei concorsi stessi.
Immissioni in ruolo nel 2023
Per chi è rimasto fuori dalle iscrizioni dell’estate 2020, l’obiettivo più vicino, in caso di promessa mantenuta da parte del Governo di concorsi annuali, è poter partecipare al bando del 2022, per poi in caso di superamento del concorso, ottenere l’immissione in ruolo nel 2023. Questo se nel frattempo non insorga alcun contrattempo. Tempi troppo lunghi in contrasto con le esigenze della scuola italiana e degli stessi aspiranti docenti.
Leggi anche: Immissioni in ruolo 2021: 67.597 posti senza docente a tempo indeterminato
Se: “L’obiettivo è quello di arrivare ad assunzioni a tempo indeterminato” non è possibile “discutere-ancora e solo discutere – delle proposte utili a risolvere il problema del precariato”, ma è necessario attuare le proposte utili ed efficaci. (la discussione è necessaria ma non sufficiente per risolvere il problema del precariato)