Educazione fisica alle elementari: ma molte scuole non hanno la palestra
La notizia dell’introduzione dell’educazione fisica alle elementari è stata accolta favorevolmente sia dalle famiglie dei bambini destinatari di questa novità didattica, sia da parte dei docenti che avranno possibilità di accedere ai posti riservati per questo tipo di insegnamento. Purtroppo in Italia l’educazione fisica nelle scuole, anche al liceo, non è certamente valorizzata come meriterebbe.
Il paradosso delle elementari
Spesso disertata dagli alunni, che la utilizzano piuttosto per studiare o ripetere per le ore successive, è lontana dalla concezione di attività fisica di altri stati, come ad esempio gli Stati Uniti. Dove addirittura, nei College, rappresenta un metodo per ottenere borse di studio e intraprendere carriere di alto livello. Paradossalmente allora potrebbe avere più valore alle elementari, dove i bambini saranno certamente più ben disposti verso un’ora di attività motoria e di gioco, e potrebbe educare ad apprezzarla maggiormente poi nei successivi gradi di istruzione, cosa che adesso non sempre avviene.
L’educazione fisica alla primaria, sarà materia riservata a un insegnante specializzato, cui sarà richiesta una laurea in scienze motorie. Dal 2022/2023, in tutte le quarte e quinte elementari, i bambini avranno diritto all’attività motoria per due ore alla settimana nel corso del programma scolastico.
L’emendamento è contenuto nella manovra approvata dal Consiglio dei ministri. Dopo tanti tentativi fatti negli anni passati, il provvedimento sembra essere riuscito a entrare nella prossima finanziaria, anche grazie all’impegno di Valentina Vezzali.
Assunzioni per 12 mila nuovi maestri
L’attività fino ad oggi era gestita dal maestro unico, ed era limitata ad un’ora settimanale. Adesso si raddoppia ed è gestita da un maestro specializzato.
Costerà circa 200 milioni di euro l’anno a decorrere dal 2033 da destinare a circa 12mila nuovi maestri da assumere. Da risolvere anche il problema che al Sud ci sono Regioni dove oltre il 50% degli istituti non ha nemmeno una palestra interna. “È un grande risultato ma non dobbiamo accontentarci. Non è sufficiente lanciare il docente, bisogna costruirgli un programma intorno e dotarlo delle risorse necessarie. Altrimenti avremo buttato tempo e soldi”, commenta Daniele Iacò, responsabile del Cism (Comitato scienze motorie).