Scuola

Abolizione 24 Cfu: significa introduzione della laurea abilitante

La possibilità che a breve il Miur possa mettere da parte i 24 CFU, ridimensionandone ruolo e valore e pensando alla sua abolizione come requisito per poter insegnare sta causando non poche polemiche tra coloro i quali hanno provveduto o stanno provvedendo a ottenere crediti che per un lungo periodo sono stati considerati centrale nell’abilitazione all’insegnamento.

24 Cfu attualmente centrali per l’insegnamento

Ricordiamo che i 24 CFU sono stati introdotti circa quattro anni fa, diventando requisito di accesso ai concorsi per l’insegnamento. I 24 crediti formativi è necessario acquisirli in materie antropo-psico-pedagogiche e metodologie e tecnologie didattiche. Insieme alla laurea magistrale corrispondente a una specifica classe di concorso, danno diritto a una serie di accessi connessi al mondo dell’insegnamento.

Ad esempio, sono attualmente indispensabili per accedere a scuola come supplenti iscrivendosi alla seconda fascia delle GPS. Moti aspiranti docenti hanno investito tempo e danaro per acquisire questi crediti, e ora si chiedono se sarà tutto perso nel caso in cui la presa di posizione del ministro Bianchi abbia come seguito la loro abolizione.

Terremoto nella scuola italiana

Se davvero sarà addio ai 24 CFU, vorrà dire che sarà stata introdotta la laurea abilitante. Facile intuire come questo provocherebbe un vero e proprio terremoto nella scuola italiana e nei meccanismi di abilitazione all’insegnamento. Ecco perchè sembra possa trattarsi di un’ipotesi non vicina nel tempo. Soprattutto in considerazione del fatto che a breve si andrà avanti cn i concorsi scuola. Quindi per le prossime procedure, i cui bandi si attendono a breve, il requisito dei 24 cfu dovrebbe restare centrale.

Bianchi storce la bocca

Ma quali sono le parole di Bianchi che hanno gettato ombre circa il futuro dei 24 Cfu?: “Per quanto concerne la scuola primaria preciso che c’è già una laurea abilitante, ma in generale per il reclutamento stiamo lavorando puntando molto sulle competenze, che poi sono quelle pedagogiche della professione insegnante. Ciò significa selezione basata, non solo su competenze strettamente disciplinari, ma anche su competenze provenienti dal tirocinio. I 24 CFU non rappresentano il modello più corretto per diventare insegnante”. “Noi abbiamo oggi nel nostro ordinamento due lauree abilitanti per l’infanzia e per la primaria mentre chi fa una scelta disciplinare deve recuperare successivamente le competenze pedagogico didattiche; e invece dobbiamo creare dei percorsi che abbiano sin dall’inizio queste competenze per chi vuole fare l’insegnante.”

Rivoluzione nei prossimi mesi

Dunque il futuro dei 24 Cfu sembra segnato, ma al momento restano in vigore. La sensazione è però che nei prossimi mesi assisteremo a una riforma del reclutamento e dell’abilitazione degli insegnanti consistente. Al momento però i 24 CFU restano in ogni caso fondamentali per l’insegnamento tramite concorso o Graduatorie provinciali delle supplenze di seconda fascia.

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