Scuola

Come diventare insegnanti: Tfa e Pas più efficaci della laurea abilitante

Il tema delle lauree abilitanti è oggetto di discussione in seno alle forze politiche. C’è chi le riterrebbe una adeguata soluzione e semplificazione dell’accesso alla professione, chi invece un percorso artificioso, che scavalcherebbe fattispecie più performanti come TFA e PAS. La differenza tra i due corsi di abilitazione sta nella modalità di accesso. E’ previsto il numero chiuso per il TFA. Per il Tirocinio formativo non sono previste procedure attivate annualmente. Questo comporta che ci sia un elevato numero di candidati per pochi posti per ogni classe di concorso. Il Pas invece si basa su un determinato numero di giorni di servizio il PAS.

Semplificare procedure per abilitazione

C’è un disegno di legge sui titoli universitari abilitanti che si propone di semplificare le procedure per l’abilitazione all’esercizio di alcune professioni regolamentate. Lo scopo è attribuire all’esame di laurea effetto abilitante. Questo abolisce la necessità di superare l’esame di Stato. Lo scopo è ridurre i tempi di inserimento dei giovani laureati nel mondo del lavoro.

Per compensare l’accelerazione dell’abilitazione senza penalizzare la preparazione professionale, servirà fornire specifici contenuti nei percorsi formativi universitari, assicurando anche minimi standard qualitativi della prova abilitativa. Insomma si estende ad altre professioni ciò che accade già per facoltà come Medicina e chirurgia. Il provvedimento entrerà in vigore entro il 31 dicembre 2021. Vengono esclusi dal provvedimento i professionisti dell’insegnamento scolastico, dal momento che gli atenei possono già contare su TFA e PAS.

Corso gemello dedicato all’insegnamento

Secondo Pittoni della Lega, per i docenti questo tipo di percorso non è adeguato: “A meno che non si voglia riprendere la strada – subito abbandonata al tempo della riforma delle scuole di specializzazione di istruzione secondaria nel 2011 – di prevedere per ogni corso accademico di laurea magistrale o comunque di II° livello, un corso “gemello” specificamente dedicato all’insegnamento: ma a parte i dubbi sulla sua validità scientifica, i costi sarebbero difficilmente sopportabili e la gestione dei doppi corsi in molti casi potrebbe rivelarsi materialmente impossibile, per carenza di strutture logistiche e personale”.

Il tema si lega a doppio filo con la problematica dei concorsi scuola, la cui attuazione è sempre particolarmente farraginosa e complicata, e la volontà di riformare il sistema di reclutamento, da parte del Governo, dicendo addio al requisito dei 24 Cfu e dando più spazio alla formazione preliminare tramite tirocinio.

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