Sciopero nazionale 22 ottobre: venerdì nero per taxi e non solo
Nuovo sciopero nazionale il 22 ottobre, che potrebbe causare un venerdì nero per le abitudini degli italiani. Si parla ancora di clima, e lo sciopero di venerdì 22 ottobre segue quello di un mese fa, cui partecipò anche Greta Thunberg. Venerdì i Fridays for future tornano in piazza per manifestare il proprio dissenso nei confronti di governi che non stanno facendo abbastanza per invertire la crisi climatica in corso.
Anche sciopero taxi 22 ottobre 2021
Domani si aggiungerà a questo sciopero anche quello nazionale dei taxi, con l’astensione dal servizio per tutti gli operatori sul territorio nazionale e una manifestazione a Roma sotto la sede del Ministero dello Sviluppo Economico che proseguirà poi sotto il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili, ex Ministero dei Trasporti.
L’interruzione delle attività è stata annunciata da Ugl Taxi, Federtaxi Cisal, Usb Taxi, Or.S.A. Taxi, Tam, Satam, Claai, Unimpresa, Fast Confsal Tplnln, Ati Taxi e dall’Associazione Tutela lega Taxi. La richiesta è quella di un incontro, finora disatteso da parte del Governo, e in particolare dal Ministero dei Trasporti.
Proteste contro i governi per il clima
«Il 22 ottobre saremo di nuovo in piazza in Italia e in tutto il mondo per chiedere prese di responsabilità decise, immediate ed efficaci. Non c’è tempo per tergiversare, non c’è spazio per l’ambiguità, è ora di trasformare le parole in azione, i piani e i buoni propositi in provvedimenti attuativi concreti; questa é un’emergenza e ne va della nostra vita, qui e oggi. Sabato 30 ottobre manifesteremo a Roma in occasione del summit conclusivo del G20, anticipato dal corteo studentesco nella mattina di venerdì 29 ottobre», spiegano i Fridays for Future.
«Al ministro – spiegano i Fridays for future – è stato fatto presente che i circa 20 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi vanno azzerati e destinati a una giusta transizione. Cingolani si è detto d’accordo». Ora si aspettano mosse concrete.
False soluzioni
«Il ministro – aggiungono gli attivisti – ha inoltre dichiarato che le false soluzioni come l’idrogeno blu e il Ccs, che non sono nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, non vanno finanziate pubblicamente. Non ci sarà però un intervento per vietarle ai privati e alle grandi partecipate dell’energia italiane. Tra le soluzioni energetiche ha inoltre escluso l’uso del nucleare in Italia e la contrarietà al suo riconoscimento a livello europeo come fonte rinnovabile».
Gli attivisti spingono per l’installazione di impianti rinnovabili: «Nonostante vi sia una dichiarata programmazione per l’implementazione delle rinnovabili, è necessario agire in un dialogo continuo con la cittadinanza, dando spazio a soluzioni inclusive, che tengano conto degli effetti pragmatici e percettivi della crisi climatica su persone e territori. Gli attivisti hanno sottolineato che per la riuscita della conversione ecologica la comunicazione delle soluzioni e il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse è responsabilità diretta del Mite e del lavoro di concerto con gli altri ministeri. A tal proposito, Cingolani ha proposto ai ragazzi un altro incontro per il quale richiederà la presenza anche degli altri ministri», spiegano i Fridays.
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