Come abilitarsi all’insegnamento 2021: addio ai 24 Cfu
Formazione e reclutamento in un unico sistema integrato. E’ la richiesta fatta da FLC CGIL , ormai da diverso tempo, al Governo alla vigilia del via di numerosi importanti concorsi per la scuola. Che potranno risolvere la questione della mancanza di docenti temporaneamente, e limitatamente, ma che lasceranno inalterato un deficit strutturale della scuola italiana.
Unire formazione e reclutamento
Secondo i sindacati serve una riforma che unisca formazione e reclutamento in un unico sistema integrato, con un modello formativo strutturato e costruito in collaborazione tra scuola e università. La volontà del Governo di potenziare la formazione iniziale trova d’accordo i sindacati, ma non basta: serve connetterla direttamente con il reclutamento, perché le due cose devono camminare di pari passo.
Insomma serve una riforma del sistema attuale di reclutamento, che svilisce la selezione del personale con concorsi a quiz e appalta la formazione in ingresso ai pacchetti da 24 CFU che si acquisiscono, o acquistano, a seconda dei casi, direttamente online. In questo senso i sindacati sono concordi con il ministro Bianchi che ha anticipato la volontà di eliminare i 24 Cfu come criterio per l’accesso ai concorsi.
Cambiare sistema di immissione in ruolo
I sindacati credono nell’importanza della formazione, ma con percorsi strutturati e di forte impatto professionalizzante: percorsi che diano l’abilitazione all’insegnamento a chi si forma e l’accesso all’immissione in ruolo.
Servono però allo stesso tempo analoghi percorsi abilitanti per il personale delle scuole paritarie, per il quale la normativa richiede l’impiego di personale abilitato come condizione per il riconoscimento della parità scolastica e la mancanza di abilitazione diventa elemento ostativo alla stabilizzazione del personale precario.
Percorsi di formazione abilitante rivolti al personale di ruolo
Indispensabili anche i percorsi di formazione abilitante rivolti al personale di ruolo, in modo da garantire a chi lavora già stabilmente nella scuola come insegnate di arricchire il proprio percorso, con esperienze in altro grado di istruzione, in altra classe di concorso o in altra tipologia di posto.
Le risorse: uno degli elementi che sino ad oggi hanno ostacolato l’avvio di una riforma del reclutamento incentrata sulla formazione è stata la necessità di investire risorse economiche nella costruzione di percorsi di livello qualitativo alto, in grado di coinvolgere stabilmente professionalità e competenze scolastiche e universitarie in percorsi strutturati.
Costi della formazione
L’altro aspetto è quello dei costi della formazione, che non possono essere scaricati sui precari o sui laureati, perché la formazione è un diritto costituzionalmente garantito, tanto per chi lavora, quanto per chi vuole accedere al mondo del lavoro. Apposite risorse del PNRR vanno dunque destinate a questo scopo, nella consapevolezza che a regime serviranno risorse ordinarie che vanno reperite nelle leggi di bilancio dello Stato.
Sicuramente e ottima l’iniziativa dei sindacati , anche perché sé sì è svolto già un intensa attività presso istituti paritari più di tre anni l’abilitazione è già abbastanza