Economia & Fisco

Aumento pensioni minime 2022: ecco di quanto aumenteranno

L’aumento pensioni minime 2022 scatterà in modo da assicurare una rivalutazione dei trattamenti pensionistici allineandoli all’andatura dell’inflazione e della conclusione a fine anno del sistema di indicizzazione su sei fasce. Gli aumenti degli assegni pensionistici saranno adeguati al costo della vita, aumentato nella seconda metà del 2021 in virtù del rimbalzo della crescita dell’economia. Va tenuto presente che sono due anni che non aumentano le pensioni a causa dell’inflazione nulla e negativa.

Il costo complessivo

Secondo le stime costerà 4 miliardi la rivalutazione e l’aumento delle pensioni. Il Governo deve ancora stabilire il meccanismo da scegliere per l’aumento degli assegni pensionistici. Non ci sarà solo l’aumento delle pensioni minime nel 2022, ma di tutte: dirette, come vecchiaia e anticipata, e indirette, e quelle ai superstiti. Il parametro darà l’indice Foi elaborato da Istat, ovvero la variazione dei prezzi al consumo.

Ma di quanto aumenteranno le pensioni? Si va dai 126 euro medi in più all’anno per le pensioni fino a 1.500 euro lordi al mese – quelle 3 volte la pensione minima – ai 1.027 euro medi extra per gli assegni più alti. Questo con il metodo Prodi. Se invece si adotta il metodo Conte del 2019 si va da 126 a 484 euro annui.

Perequazione pensioni 2022 ultime notizie

Dovrebbero restare escluse da un eventuale blocco degli aumenti di Draghi solo le pensioni minime. Uno stop potrebbe essere applicato alle pensioni più alte.

La rivalutazione automatica delle pensioni segue questo meccanismo di perequazione:

interamente, ai trattamenti pensionistici di importo complessivo fino a quattro volte il trattamento minimo;
al 77% del valore dell’aliquota di aumento, alle pensioni di importo complessivo compreso fra quattro e cinque volte il trattamento minimo;
al 52%, alle pensioni di importo complessivo compreso fra cinque e sei volte il trattamento minimo;
al 47%, alle pensioni di importo complessivo fra sei e otto volte il trattamento minimo;
al 45%, alle pensioni di importo complessivo fra otto e nove volte il trattamento minimo;
al 40% alle pensioni di importo complessivo superiore a nove volte il trattamento minimo.

Nel 2020 l’indice definitivo di rivalutazione è stato 0,5% (provvisorio 0,4%). Questo significa che a gennaio 2021 è corrisposto un conguaglio positivo. Per l’anno 2021 non c’è stata rivalutazione. Il motivo è da ricercare nell’indice dei prezzi al consumo in negativo che ha determinato questa situazione.

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