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Sciopero ad oltranza dal 15 ottobre: contro il Green Pass proteste anche fino a fine anno

C’è grande preoccupazione per lo sciopero ad oltranza dal 15 ottobre che potrebbe paralizzare il Paese proprio in concomitanza con l’introduzione del tanto discusso Green Pass per tutti i lavoratori del pubblico e del privato. La FISI – Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali, ha confermato lo sciopero generale di tutti i settori pubblici e privati, ad oltranza dalle ore 00:00 del giorno 15/10/2021 alle ore 00:00 del giorno 20/10/2021.

Sciopero a oltranza

Ma sono molte le associazioni che stanno spingendo per uno sciopero che prenderebbe il via venerdì 15 ottobre, e che potrebbe durare addirittura più dei 5 giorni inizialmente previsti. Si parla della volontà di Fisi di proseguire lo sciopero a oltranza, di fatto fino al 31 dicembre, data indicata come scadenza dell’obbligo Green Pass. Ma è una data che coincide unicamente con la scadenza dello stato di emergenza legato alla pandemia, emergenza che poi potrebbe essere prorogata dal Governo nel caso in cui i numeri legati ai contagi non dovessero essere di fatto azzerati.

Lo sciopero potrebbe iniziare domani, quando scatta l’obbligo di green pass per tutti i lavoratori. A destare preoccupazione circa le modalità di questo sciopero, è proprio il fatto che non ha caratteristiche ben definite: potrebbe interessare tutti i settori ed essere caratterizzato da una protesta e da una adesione che potrebbero montare via via che i problemi legati all’obbligo Green Pass nel mondo del lavoro dovessero manifestarsi,

Connotati illegali dello sciopero

Di fatto lo sciopero di 5 giorni dal 15 al 20 ottobre è illegale. La Commissione di Garanzia ha revocato il blocco ad oltranza dal 15 al 20 ottobre dal momento che l’iniziativa non rispetta la norma che impone la distanza di almeno 10 giorni da un altro sciopero generale, anche di altre organizzazioni. L’ultimo sciopero si è verificato lunedì 11 ottobre. Inoltre, se lo sciopero durasse 5 giorni violerebbe le disposizioni di settore.

Le motivazioni dello sciopero

La Segreteria Generale della FISI spiega: “Con la sospensione dal lavoro e da ogni retribuzione si impedisce al personale dipendente non vaccinato il diritto ad una retribuzione sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. Molti i casi di personale, inoltre, sospeso per aver liberamente espresso nel corso di eventi riguardanti la gestione dell’emergenza pandemica il proprio pensiero – si legge nella rivendicazione del sindacato – La violazione di diritti e la discriminazione nei confronti dei non vaccinati da parte del Governo Italiano si perpetra attraverso un obbligo surrettizio alla vaccinazione che contempla l’esclusione dal lavoro e la perdita della retribuzione. Identica discriminazione si verifica con il cosiddetto green pass: è previsto l’accesso (ad esempio nel settore scolastico) al posto di lavoro attraverso la procedura di test negativo (misura per la tutela della sicurezza e salute sui luoghi di lavoro. D.L. 21 settembre 2021) ed il rilascio del relativo green pass per la durata di 48-72 ore, con oneri a carico del dipendente, in contrasto con la normativa sul lavoro che prevede l’assunzione dei costi sulla sicurezza a carico del datore di lavoro (art 15, comma 2, D.lgs. 81/2008).”

Sciopero fino al 31 dicembre

La Segreteria Generale della FISI unanimemente ha deciso irrevocabilmente di procedere verso una protesta che durerà fino al 31 dicembre 2021, termine in cui decadrà la legge, e se ci saranno proroghe o altre formule vessatorie si continuerà ad oltranza. “In difesa dei diritti costituzionali senza se e senza ma , il Governo Italiano si sta assumendo delle responsabilità enormi con scelte scellerate che potrebbero portare ad una insurrezione: 15 milioni di italiani non accettano le imposizioni ed il numero sta sempre di più aumentando, le piazze sono sempre più piene ed il dissenso sta travolgendo un Governo con mire autoritarie oltre ogni buon senso”.