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Procedura controllo green pass azienda: cosa accadrà dal 15 ottobre

Procedura controllo green pass azienda: dal 15 ottobre i lavoratori del pubblico e del privato dovranno essere in possesso del Green Pass per poter accedere al proprio posto di lavoro. Se da un lato la cosa costituisce un onere per i lavoratori, che dovranno provvedere a essere vaccinati o tamponati (negativamente) nelle 48 ore precedenti per non restare a casa e incorrere nei provvedimenti disciplinari e nelle sanzioni previste, la vera preoccupazione è per i datori di lavoro. La procedura di controllo Green Pass in azienda, infatti non è ancora di chiara comprensione, e c’è il timore di sbagliare qualcosa e incorrere in multe salate o chiusure.

Il problema della privacy

Un problema simile a quello attraverso cui è passato il mondo della scuola. Il controllo quotidiano è stato scongiurato nel mondo della scuola attraverso l’introduzione di una piattaforma informatizzata che consente all’ufficio del preside di avere quotidianamente sotto controllo la situazione relativa alla validità dei Green Pass, in modo da consentire o vietare l’accesso a seconda della regolarità o meno della certificazione verde.

Qualcosa del genere potrebbe essere introdotta nel mondo del lavoro pubblico e privato, per semplificare la procedura di controllo Green Pass nelle aziende. Si tratta di una app, realizzata da Sogei, che «consente la verifica asincrona di un elenco dei codici fiscali dei dipendenti».

Una nuova app

La app realizzata dalla società Ict controllata dal ministero del Tesoro, è al momento al vaglio del Garante della Privacy. A una settimana dal via del Super Green Pass, c’è ancora molta incertezza. Nel weekend dovremmo saperne di più circa le modalità operative con cui verificare milioni di Green Pass all’unisono. Basti pensare che l’introduzione del nuovo Green Pass interessa ogni giorno qualcosa come oltre 15 milioni di dipendenti interessati. Lo scopo è ridurre al massimo code e nervosismo all’ingresso di uffici e fabbriche.

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I problemi tecnici

Come sempre è la questione privacy quella più scottante, e che impedisce al Governo di approvare più o meno velocemente l’utilizzo di queste tecnologie. Infatti il decreto sul Green Pass in azienda impedisce al datore di lavoro conservare i dati del lavoratore, compresa la scadenza del Certificato. Il datore di lavoro infatti non deve sapere se il dipendente è vaccinato o meno, o se è tamponato. Deve solo sapere se il suo Green Pass è in regola.

Per questo il metodo è allettante: bypassa una serie di passaggi consentendo la verifica tramite il sistema delle tessere sanitarie gestito dalla Ragioneria Generale dello Stato. C’è da risolvere la questione del dialogo tra banche dati. Per questo il ministero della Salute ha realizzato un pacchetto di applicazioni con licenza open source, che «consente di integrare nei sistemi di controllo di accesso le funzionalità di verifica della Certificazione verde mediante la lettura del QrCode» al fine di comunicare «in modalità asincrona».

Come avverranno i controlli

Al momento, la procedura di controllo green pass nelle aziende prevede che «potrà essere svolto giornalmente e preferibilmente all’accesso della struttura» oppure «a campione, in misura non inferiore al 20% del personale presente in servizio e con un criterio di rotazione, oppure ancora a tappeto, con o senza l’ausilio di sistemi automatici». C’è la possibilità anche che «il datore di lavoro possa richiedere ai soggetti obbligati a rendere le comunicazioni sul Green Pass di farlo con un anticipo, non superiore alle 48 ore, strettamente necessario a soddisfare le esigenze organizzative e a garantire un’efficace programmazione del lavoro». Il lavoratore senza green pass non potrà accedere o sarà allontanato dal luogo di lavoro e sarà considerato assente ingiustificato, con perdita della retribuzione e di ogni altro emolumento.