Scuola

24 cfu insegnamento: addio, cambia tutto per diventare insegnanti

La riforma del mondo della scuola che il governo Draghi sta portando avanti, di concerto con il responsabile del ministero dell’Istruzione Bianchi, passa attraverso una serie di novità che potrebbero davvero rivoluzionare il modo di reclutare gli insegnanti e di diventare docenti. Se fino a qualche settimana fa, le attenzioni del Governo si sono concentrate sull’immissione in ruolo in tempo per l’inizio del nuovo anno scolastico, adesso piano piano ci si sposta verso il tentativo di coprire tutte le cattedre vacanti che causano una supplentite cronica, male sia per i docenti, precari, che per gli alunni, che vedono penalizzata la loro continuità didattica.

Bandi concorso scuola entro il 2021

Il ministro Bianchi ha parlato di cadenza annuale dei concorsi scuola, con bandi che sarebbero dovuti arrivare entro la fine dell’anno. Il fatto che non si sia fatto accenno nel corso della conferenza stampa subito dopo la cabina di regia sul Pnrr a possibili date per avviare le procedure concorsuali ferme da ormai più di un anno, per le quali sono state completate le procedure di iscrizione, ha lasciato perplessi.

Ma Bianchi ha affrontato altri argomenti. Uno di questi è stato il ruolo dei 24 Cfu all’interno del percorso di reclutamento docenti. I 24 Cfu insegnamento sono stati istituiti come norma transitoria, soluzione ponte in attesa di una norma definitiva che non è mai arrivata. Da diversi anni sono diventati dunque requisito, insieme alla laurea magistrale, per accedere all’insegnamento tramite concorso ordinario. Dalle parole di Bianchi, tutto questo potrebbe finire, con buona pace di chi ha perso tempo e denaro per acquisire questi crediti in discipline antropo-psico-pedagogiche e in metodologie e tecnologie didattiche.

Tirocinio per diventare insegnanti

Le parole del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, lasciano poco spazio all’interpretazione. A breve i 24 Cfu potrebbero diventare solo un ricordo, come ha spiegato anche nel corso della conferenza stampa subito dopo la cabina di regia sul Pnrr: “Per quanto concerne la scuola primaria preciso che c’è già una laurea abilitante, ma in generale per il reclutamento stiamo lavorando puntando molto sulle competenze, che poi sono quelle pedagogiche della professione insegnante. Ciò significa selezione basata, non solo su competenze strettamente disciplinari, ma anche su competenze provenienti dal tirocinio”. Dunque più spazio ai tirocini come metodo per il reclutamento dei docenti.

Addio ai 24 Cfu insegnamento

Bianchi non è la prima volta che affronta l’argomento dei 24 Cfu, e ogni qual volta ne ha parlato non ha nascosto le proprie perplessità circa la loro validità ed efficacia: “non rappresentano il modello più corretto per diventare insegnante. Noi abbiamo oggi nel nostro ordinamento due lauree abilitanti per l’infanzia e per la primaria mentre chi fa una scelta disciplinare deve recuperare successivamente le competenze pedagogico didattiche; e invece dobbiamo creare dei percorsi che abbiano sin dall’inizio queste competenze per chi vuole fare l’insegnante”.

Una dichiarazione di intenti abbastanza netta, dunque, che lascia presagire una riforma del reclutamento insegnanti abbastanza netta. Da capire a questo punto i tempi, e come questa voglia di innovazione possa conciliarsi con la necessità di rispettare l’impegno di bandire i concorsi scuola in sospeso entro il 2021. Mancano ormai meno di tre mesi.

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