Scuola

Nobel per la fisica 2021, Giorgio Parisi: un premio da dividere in tre

Giornata storica per la scienza italiana con la notizia del Nobel per la fisica 2021 all’italiano Giorgio Parisi con Syukuro Manabe e Klaus Hasselmann. La motivazione del prestigioso premio è “per i contributi innovativi alla comprensione dei sistemi fisici complessi”.

Un premio diviso tre

Il Premio Nobel vinto da Giorgio Parisi è stato diviso a metà, ma diviso per tre. Una metà è stata assegnata, congiuntamente (dunque un 25% potremmo dire) “per i contributi innovativi alla nostra comprensione dei sistemi complessi” all’americano Syukuro Manabe e al tedesco Klaus Hasselmann “per la modellazione fisica del clima terrestre, quantificando la variabilità e prevedendo in modo affidabile il riscaldamento globale”. L’altra metà del Nobel è stata assegnata al fisico italiano Giorgio Parisi “per la scoperta dell’interazione tra disordine e fluttuazioni nei sistemi fisici dalla scala atomica a quella planetaria”.

Il premio in danaro

Oltre all’onore di veder riconosciuto il proprio lavoro e alla medaglia d’oro, i vincitori conquistano anche un premio in danaro di 986mila euro. Giorgio Parisi è professore emerito di Fisica teorica all’università La Sapienza di Roma, presidente della classe di Scienze fisiche, matematiche e naturali dell’Accademia dei Lincei, e ricercatore dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Il fisico era citato nell’elenco del 2021 per “le scoperte rivoluzionarie relative alla cromodinamica quantistica e lo studio dei sistemi disordinati complessi“.

Sono felice, non me lo aspettavo, ma sapevo che avrebbero potuto esserci delle possibilità”, ha detto Giorgio Parisi in collegamento con l’Accademia delle Scienze di Stoccolma. “Tanti altri ricercatori italiani avrebbero meritato il Nobel”: nel giorno in cui ha avuto il più ambito dei riconoscimenti scientifici Giorgio Parisi pensa a tanti suoi colleghi, a partire dal fisico con il quale si è laureato. “Il Nobel sarebbe dovuto andare anche a Nicola Cabibbo, mi dispiace che le scelte della Fondazione Nobel non siano andate in questa direzione”, ha detto Parisi all’ANSA. “Il Nobel – ha aggiunto – è un riconoscimento importante per la scienza italiana, che avrebbe potuto prendere svariati Nobel nella fisica e in altre discipline”.

“La ricerca è estremamente importante per creare il futuro ed è importante che la ricerca in Italia sia finanziata sul serio”, ha detto ancora Parisi. “Spero – ha aggiunto – che questo sia un buon momento per investire sulla ricerca perché questo significa investire sui giovani”.

Una giornata storica

“È una giornata storica per l’Italia e per questo voglio dire un grande Grazie a Giorgio Parisi. Credo di poterlo fare a nome di molti”: è il commento del ministro dell’Università e la Ricerca, Maria Cristina Messa. “Dire ‘complimenti’ al nostro neo-vincitore del Premio Nobel per la Fisica è persino riduttivo: Giorgio, con la vita dedicata alla scienza e alla ricerca, con la passione che non lo ha mai abbandonato, è stato negli anni, e continua a esserlo oggi, maestro ed esempio per tanti giovani, ricercatori e non”. “La ricerca richiede idee originali, libertà, rigorosità, disciplina; richiede di saper perseguire i propri scopi con alti e molti bassi, ma dà opportunità e speranza al mondo, soprattutto alle nuove generazioni, insegna a usare metodi che spingono al confronto e consentono di giungere a sintesi utili. Anche questa – ha concluso – oggi, è la lezione che ci consegna Giorgio Parisi”.

Un genio generoso

“Un genio generoso, che non ha mai avuto remore a condividere le sue idee con altri. Anche perché di idee ne ha sempre avute tantissime, troppe per poterle realizzare tutte da solo. E’ un bel Premio Nobel”. E’ il commosso commento del direttore della Scuola internazionale di Studi Superiori Avanzati (Sissa) di Trieste, Stefano Ruffo, al riconoscimento a Giorgio Parisi, con il quale ha lavorato all’inizio della carriera, restando poi a stretto in contatto, continuo, fino ad oggi.
Mi sento parte di un momento storico che va molto oltre le mie capacità e provo molta emozione. Quando ha cominciato era una persona sola, io ho iniziato nel 1978 a lavorare con lui, avevo 24 anni, lui 30, ma è stato un grande maestro. Durante la mia vita professionale è stata una persona di riferimento, considero Giorgio una persona che ha scoperto e risolto una tale quantità di problemi e di argomenti da farne una persona unica, per la vastità e l’originalità con cui ha affrontato problemi, fra i più diversi”, ha proseguito Ruffo.

Leggi anche: Nobel medicina 2021: il curioso aneddoto dietro il premio di quest’anno