Laurea abilitante insegnamento: lo stratagemma per rendere la cosa fattibile
Nei mesi scorsi l’assemblea della Camera ha approvato la proposta di legge finalizzata a introdurre nuove disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti. Lo scopo è quello di facilitare le modalità di accesso all’esercizio delle professioni. Una di queste modalità potrebbe essere equiparare l’esame di laurea coincidente con l’esame di Stato.
Semplificare l’accesso alla professione
Una notizia che è stata accolta favorevolmente dal mondo degli insegnanti, che vedrebbero così semplificata la procedura di accesso alla professione docente. Ha parlato della questione Mario Pittoni, Responsabile Dipartimento Istruzione Lega.
Per quel che riguarda l’applicazione di queste novità al mondo della scuola, Pittoni spiega che: “nella provocazione sull’esclusione dal provvedimento dei professionisti dell’insegnamento scolastico, ho definito le lauree abilitanti all’insegnamento di una materia specifica ‘da masochisti’. Complicherebbero infatti la vita agli atenei e a tutti gli studenti, compresi cioè quelli non interessati alla docenza, quando – ministero permettendo – possono contare su TFA e PAS, a seconda del livello di esperienza, in linea con la normativa europea. Si spinga su quelli”.
La differenza con le altre lauree
Poi Pittoni spiega: “Altra cosa sono le lauree abilitanti all’esercizio di alcune professioni tecnico-scientifiche, che traggono origine dalla necessità di aggiornare il sistema di iscrizione agli ordini professionali: un numero limitato e nominativamente specificato di lauree, che oltretutto dovranno attuare una particolare curvatura per assicurare il raggiungimento in itinere dei requisiti considerati indispensabili per l’esercizio di una determinata professione”.
Queste lascerebbe fuori il mondo della scuola: “Cosa che non può riferirsi alla professione docente, cui si accede con la quasi totalità delle lauree magistrali previste dall’ordinamento accademico, sia per quanto attiene alle università che alle accademie di Belle Arti e ai conservatori. In pratica si dovrebbero rendere abilitanti all’esercizio della professione docente la totalità delle lauree esistenti e i diplomi di II° livello della accademie di Belle Arti, degli ISIA e dei Conservatori di musica. Operazione che snaturerebbe l’impianto scientifico-ordinamentale di tutti i corsi di laurea di II° livello”.
Lo stratagemma per rendere la cosa fattibile
Insomma la laurea abilitante per l’insegnamento resta di difficile attuazione, a meno che non si ricorra a uno “stratagemma” per rendere la cosa più fattibile: “A meno che non si voglia riprendere la strada – subito abbandonata al tempo della riforma delle scuole di specializzazione di istruzione secondaria nel 2011 – di prevedere per ogni corso accademico di laurea magistrale o comunque di II° livello, un corso “gemello” specificamente dedicato all’insegnamento: ma a parte i dubbi sulla sua validità scientifica – conclude Pittoni – i costi sarebbero difficilmente sopportabili e la gestione dei doppi corsi in molti casi potrebbe rivelarsi materialmente impossibile, per carenza di strutture logistiche e personale”.
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