Scuola

Sostegno, urgono migliaia di docenti anche non specializzati: come avvengono le chiamate

Nonostante la soddisfazione del Ministro Bianchi, settembre si avvia al termine ma si registrano ancora problemi per migliaia gli istituti che non riescono a completare la copertura di posti deficitari in personale di ruolo. E’ il sostegno a far registrare il maggior numero di posti vacanti. La sensazione è che la situazione non migliorerà rispetto all’anno scorso, quando su oltre 185 mila posti di sostegno, meno della metà 80mila sono stati assegnati a docenti di ruolo specializzati.

Docenti non specializzati

I restanti 100mila sono stati assegnati a precari, soprattutto non specializzati. Quest’anno, dopo le 59mila immissioni in ruolo attuate, di cui poco più di 14mila su sostegno, su circa 114mila supplenze annuali finora sottoscritte quelle di sostegno hanno rappresentato anche stavolta oltre la metà del totale.

Nel frattempo gli Uffici Scolastici regionali e provinciali stanno pubblicando le tabelle con le disponibilità. Prima ci sono da completare le operazioni di immissioni in ruolo: poi si procederà ad assegnare i posti disponibili all’interno di quelli attribuibili con sistema informatizzato.

60mila posti di sostegno in deroga

Ci sono poi altri 60mila posti di sostegno in deroga, con scadenza 30 giugno 2021. “Passano gli anni – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ma nella scuola si continuano a commettere sempre gli stessi errori. Abbiamo un numero altissimo di cattedre di sostegno che vanno a supplenza, ma anche stavolta non si è riusciti ad andare oltre ad un ciclo specializzante Tfa con 22mila posti a disposizione. Sempre, tra l’altro, con una pessima distribuzione delle disponibilità a livello regionale, col paradosso che in certe regioni (come il Piemonte) vi sono migliaia di posti liberi, ma poi gli atenei specializzano solo qualche centinaio di docenti, andando anche a tirare su dei paletti eccessivi sui requisiti di accesso. Permangono, inoltre, le cattedre in deroga per legge, frutto di una norma del 2013 che in otto anni nessun governante è stato in grado di mettere almeno in discussione”.

Molti i docenti non specializzati

La politica di non stabilizzare decine di migliaia di posti di sostegno non sta pagando. Si tratta di posti vacanti e disponibili, che però vengono considerati con la modalità della “deroga”. Ciò significa che non sono utili ai trasferimenti di sede e nemmeno alle assunzioni a tempo indeterminato. E quindi i posti saranno coperti anche quest’anno con supplenze al 30 giugno.

L’attribuzione delle supplenze su posti di sostegno avviene con il seguente ordine: GaE, GPS, graduatorie di istituto. Infine le domande di Messa a disposizione. Con il problema che nelle ultime due liste ci sono molti docenti non specializzati.