Scuola

Caos Green Pass scuola: molti non lo ricevono in tempo, i casi più frequenti

Non è tutto rose e fiori il ritorno a scuola contrassegnato dai controlli del Green Pass. Se è vero che nella maggioranza dei casi le procedure stanno riscontrando pochi intoppi, è altrettanto inevitabile che si verifichino casistiche isolate ma comunque problematiche da gestire. Soprattutto perchè l’ufficio di presidenza, nella persona del dirigente scolastico o del delegato incaricato al controllo, deve decidere sul momento, spesso senza precise indicazioni di legge, è quasi sempre su casi che non hanno ancora precedenti o giurisprudenza. E così ogni scuola finisce per trattare un singolo caso in maniera diversa creando disomogeneità di trattamento. La strada migliore per alimentare le polemiche.

I casi particolari

Inevitabilmente molti appartenenti al personale scolastico stanno avendo a che fare con problemi burocratici di difficile interpretazione. Il più frequente riguarda senz’altro il non ricevere per tempo il Green Pass in seguito a tampone negativo. Il dirigente scolastico non può fare altro che negare l’accesso a scuola, nonostante il dipendente sia in possesso di certificazione di non positività al Covid. Certificazione che però non ha alcun valore, perchè l’ufficio di presidenza non può andare oltre il controllo della validità del Green Pass.

Contagiati dopo la prima dose

Altro caso particolare ma non così raro, quello di chi si è vaccinato con la prima dose e subito dopo ha contratto il covid. Alcuni non riescono a ottenere la seconda dose perchè il sistema non riconosce la tessera sanitaria. E così i soggetti in questione si ritrovano in un limbo dal quale possono uscire, in attesa del Green Pass, soltanto sottoponendosi a proprie spese al tampone. Ma c’è anche chi ha il Green pass di guarigione scaduto o in scadenza e non riesce ad ottenere la seconda dose vaccinale.

La circolare del ministero

Per quel che riguarda i vaccinati con la prima dose e successivamente infettati, il Ministero della Salute ha spiegato che in caso di contagio entro il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose di vaccino, è indicato il completamento della vaccinazione con una seconda dose da effettuare entro sei mesi dalla data del primo test molecolare con esito positivo. In caso di infezione oltre il quattordicesimo giorno dalla somministrazione della prima dose, “la schedula vaccinale è da intendersi completata in quanto l’infezione stessa è da considerarsi equivalente alla somministrazione della seconda dose. L’eventuale somministrazione di una seconda dose non è comunque controindicata, anche per i soggetti guariti, in precedenza non vaccinati, che hanno ricevuto una sola dose di vaccino dopo l’infezione da SARS-CoV-2”.

Come detto però il dirigente o il suo delegato si ritrova a dover decidere al momento, sotto la pressione del dipendente che protesta e vuole entrare a scuola, con il rischio di sbagliare decisione pagando poi sulla propria pelle.