Precari scuola: docenti in pensione a 62 anni senza penalizzazioni
I precari scuola, ancora una volta, rischiano di passare in secondo piano a fronte della necessità di reclutare nuovi insegnanti tramite i concorsi scuola. Che nelle intenzioni del Ministero dell’istruzione dovrebbero avvenire, d’ora i avanti, con cadenza annuale. Un buon proposito senza ombra di dubbio, purchè vada di pari passo con la lotta al precariato. Che negli ultimi anni non ha funzionato, al punto da consentire l’accumulo di qualcosa come 200mila precari, di cui la metà di sostegno.
Docenti inseriti anche nella seconda fascia Gps
Una parte di questi sono rappresentati dai docenti inseriti anche nella seconda fascia Gps. Sono docenti la cui ammissione all’interno della procedura per l’assegnazione della nomina ex art 59, comma 4 dl 73/2021 è esclusa. Stesso discorso per i docenti inseriti nella seconda fascia delle Gps di posto comune e di sostegno vacanti e disponibili residui dopo le immissioni in ruolo per l’a.s. 2021/2022.
C’è grande curiosità per capire quali sono le prospettive per i precari scuola, ma le premesse non sono delle migliori, considerato che il prossimo anno sembra destinato a essere ricordato come quello del record delle supplenze.
I motivi sono molteplici. Certo non aiuta il mezzo fallimento del reclutamento estivo dei docenti, di cui una buona parte non sono riusciti a completare l’inoltro per la procedura di informatizzazione nomine supplenze a causa dei ritardi nelle pubblicazioni delle disponibilità, che sono sfociate poi nel tilt del server su cui poggia Istanze Online.
113mila posti destinati dal Mef, la metà vacanti
Se la notizia dei quasi 113mila posti destinati dal Mef al ruolo era stata accolta con favore, il fatto che la metà di questi non verranno assegnati costituisce un grande fallimento. Il cui risultato è tangibile quando si pensa che il numero delle supplenze annuali, quest’anno è destinato a toccare le 240mila unità. Così le parole del Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi: “Dal prossimo anno i concorsi saranno annuali, ed entreranno giovani preparati. Insomma, parliamo di ripresa ma anche delle future riforme”, sono certamente una buona notizia, ma non sufficiente a risolvere il problema del precariato nel mondo della scuola. Che ai tempi del Covid si è manifestato ancor di più in tutto il suo impeto.
Docenti e Ata precari coprono un posto in organico su quattro
I concorsi annuali consentirebbero di mandare i docenti in pensione a 62 anni senza penalizzazioni. Ma nel frattempo va risolto il problema dei docenti e Ata precari che vanno a coprire un posto in organico su quattro, sottoposti al valzer delle assunzioni e licenziamenti con cadenza annuale, senza alcuna prospettiva di stabilizzazione. Le esclusioni dalle assunzioni annuali da trasformare poi in immissioni in ruolo da prima fascia Gps sono indispensabili, così come il fare assumere chi si trova nella seconda fascia delle stesse Graduatorie provinciali per le supplenze. In questo senso qualcosa a livello politico si muove: l’accoglimento di un ordine del giorno della Lega che chiedeva di aprire all’immissione in ruolo direttamente dalla prima fascia delle Graduatorie provinciali per le supplenze costituisce un primo passo.
Inutile continuare a spendere inutilmente parole sui vecchi precari ! Siamo solo merce da macello , usa e getta ! E pensare che proprio il ministro Bianchi aveva detto che ogni insegnante ha una sua storia, una sua vita e che quindi ognuno avrebbe avuto un trattamento personalizzato, nessuno sarebbe stato lasciato indietro! Solo parole, null’altro ! Pietosi !
Mi chiedo perché, dopo i 60 anni, la patente di guida debba essere ancora rinnovata ogni 5anni e non 10 mentre gli alunni debbano essere seguiti da persone di 67 anni.
I riflessi sono pronti o meno, oltre i 60 anni?
È scientifico che non lo siano e lo si sperimenta per cui sappiamo che, più che aumentare le aspettative di vita, aumentano quelle della vecchiaia!!!
E allora, un po’ il Covid e un po’ i prof anziani, la scuola sta proprio vivendo un brutto momento.
Una cosa gravissima .
Sembra che il governo faccia proprio il pensiero di Orazio,”carpe diem”, per cui , relativamente a qualche anno, “chi vivrà, vedra’”.