Scuola

Diplomati magistrali fuori da Gae: due i concorsi come via d’uscita

In queste ore gli Uffici scolastici regionali stanno procedendo all’estromissione dei diplomati magistrali dalla Gae. Secondo quanto stabilito dal Miur, infatti, vanno revocate, trasformandole in supplenze annuali fino al 20 giugno 2019, le immissioni in ruolo di tutti i diplomati magistrali destinatari di sentenze negative.

Ciò va fatto dopo “una sollecita ricognizione dei destinatari delle sentenze” ed “entro 120 giorni decorrenti dalla data di comunicazione del provvedimento giurisdizionale al Ministero dell’Istruzione, Università e ricerca”.







Il Miur ha chiesto agli Usr di procedere “alla conversione, in ragione delle medesime esigenze di continuità da assicurare nelle classi, del contratto a tempo determinato di durata annuale a suo tempo stipulato a seguito di pronunce non definitive, in contratto a tempo determinato con termine finale non posteriore al 30 giugno 2019”.

Il ministero dell’Istruzione ha spiegato, sempre nella circolare del 17 ottobre, che “tale decadenza è espressamente prevista dal legislatore, e ad essa deve seguire, nel caso dei docenti assunti a tempo indeterminato, la trasformazione del contratto in corso con contratti a tempo determinato, mentre nel caso di docenti titolari di supplenza annuale, dalla stipula di contratti, sempre a tempo determinato, ma con termine al 30 giugno”.

La decisione presa dal Governo di avviare il concorso è dipesa proprio dalla necessità di dare seguito alle disposizioni del Consiglio di Stato di fine 2017. Il problema è nei numeri.

Il decreto che consente di dare avvio alle procedure concorsuali straordinarie per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria prevede di immettere in ruolo solo 12mila maestri, peraltro non solo con diploma magistrale, conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002, perché al concorso, riservato a chi è in possesso del requisito di abilitazione ed ha svolto almeno due anni di servizio.

I maestri con diploma magistrale interessati alla stabilizzazione sono almeno 40mila: tra questi, gli immessi in ruolo con riserva nell’ultimo biennio, nel frattempo, sono diventati oltre 10 mila.

Per loro il punteggio, proprio dovuto alla giù avvenuta assunzione a tempo indeterminato, seppure con riserva, sarà maggiore. Quindi anche la possibilità di rientrare nel contingente stabilito dal Miur. Ma non tutti ce la faranno.

E chi rimarrà fuori, sebbene rimanga in graduatoria, perché il concorso non è selettivo, ma derivante dall’esito del colloquio e del servizio svolto, non avrà alcuna garanzia sui tempi di assunzione.

Un’alterantiva sarebbe quella di prendere parte al concorso ordinario, che il ministro Bussetti ha promesso di indire a breve. Solo che in quella circostanza i diplomati magistrale concorreranno alla pari con tutti gli altri candidati, stavolta solo laureati, senza abilitazione: in questa circostanza le chance di farcela si ridurrebbero sensibilmente.