Tfa Terzo Ciclo in attesa del nuovo Concorso-Corso: ecco come funzionerà
Il terzo ciclo di TFA (Tirocinio Formativo Attivo) per l’abilitazione all’insegnamento varrà come fase transitoria nell’attesa dell’entrata in vigore del nuovo sistema del concorso-corso. Il III ciclo di TFA, se non ci saranno sorprese, sarà bandito a partire dal 2017 e avrà valore concorsuale. I sindacati spingono affinchè si garantisca l’accesso ai benefici del diritto allo studio a tutti i tieffini e l’istituzione di una tassazione progressiva.
Questo dovrebbe essere comunque il terzo e ultimo ciclo di TFA, con lo scopo di fare da ponte per sopperire alla richiesta di abilitazione all’insegnamento. L’obiettivo è garantire stabilità fino all’entrata in vigore del nuovo sistema del concorso-corso, previsto per l’anno scolastico 2020/2021.
Il timore è che l’entrata a regime del concorso si svolga troppo tardi a causa della mancata copertura finanziaria da parte del Governo. Ciò porterebbe a scaricare sugli studenti l’onere del corso senza garantire realmente una copertura totale della domanda di abilitazione.
I più ottimisti auspicano che il concorso si svolga già a partire dal 2017 o che almeno sia anticipato di un anno accademico. Ciò comporta che il III ciclo di TFA venga indetto da subito, garantendo l’abilitazione alle migliaia di neolaureati.
Il Concorso-corso è stato già preso in considerazione dal Governo Renzi. L’idea è di bandire un concorso pubblico a numero chiuso, su base regionale, con cadenza biennale, cui possono accedere tutti coloro che sono in possesso di una laurea magistrale, magistrale a ciclo unico, diploma di II livello di alta formazione artistica, musicale e coreutica, o titoli equivalenti.
Altri requisiti: il possesso di 24 CFU in materie psicologiche, pedagogiche, antropologiche e didattiche, il possesso del livello B2 di una lingua straniera.
Il concorso dovrebbe essere composto da due prove scritte e una orale. Superato questo, si accederebbe al corso di durata triennale. Alla fine ci sarebbe una valutazione che, se superata positivamente, darebbe accesso al ruolo.
All’inizio del corso il candidato sarà tenuto a firmare un contratto di durata triennale retribuito dallo Stato.
Il primo anno di corso sarebbe composto da un diploma di specializzazione in pedagogia e didattica, composto da lezioni, seminari, laboratori e tirocini nelle scuole (a tempo pieno), per un totale di 60 CFU, e al termine del quale viene riconosciuta l’abilitazione all’insegnamento.
Chi è già in possesso di un titolo di abilitazione all’insegnamento accederebbe direttamente al biennio. Prima sarebbe però necessaria la valutazione da parte di una commissione composta dal dirigente scolastico e dal tutor scolastico, e al solo terzo anno in caso di un’esperienza di almeno 36 mesi continuativa in una scuola.
Si arriva quindi al secondo e il terzo anno di corso, ai quali si accede rispettivamente dopo aver ottenuto il diploma di specializzazione e dopo una valutazione intermedia alla fine del secondo anno. Si svolge come tirocinio in classe nella scuola interessata nelle supplenze e nei posti vacanti. Resta la necessità di conseguire 15 CFU nel secondo anno e 5 CFU nel terzo nell’ambito dell’innovazione e della sperimentazione didattica.
Se non si è in possesso di abilitazione all’insegnamento, ma si sono maturati 36 mesi di servizio nelle scuole, anche non continuativi, bisognerà sostenere solo il diploma di specializzazione del primo anno per poi accedere direttamente al terzo.
Al termine del terzo anno di corso una commissione composta dal dirigente scolastico, da docenti universitari e dai tutor scolastico e universitario del contrattista avranno il compito di valutare il livello raggiunto dal candidato. Se la valutazione sarà positiva, disporranno l’immissione in ruolo. E chi non supera positivamente la valutazione finale? Niente paura, si potrà provare ad accedere nuovamente al concorso. In caso di esito questa volta positivo, potranno accedere alla parte restante del corso.